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Istituto di Psicoterapia ad Indirizzo Psicodinamico e Psicosomatico ANEB

Orientamento teorico-scientifico e clinico
Nell’ambito della ricerca scientifica, dalla medicina alla fisica, dall’antropologia alla psicologia, emerge sempre di più il concetto di relazione come principio fondamentale alla base del fenomeno Vita. La nuova visione della Vita è sistemico-complessa, ossia non basata soltanto sull’analisi delle strutture, ma anche e soprattutto sull’analisi delle relazioni tra le strutture stesse e i processi specifici che ne stanno alla base. Per esempio, da una parte, gli studi più recenti di epigenetica sottolineano quanto l’espressività genica del DNA sia influenzata dall’ambiente a cui si rapporta (nutrimento, emozioni, stress, etc.), dall’altra il mondo della psicologia evidenzia quanto la soggettività dell’individuo sia in relazione all’ambiente affettivo, sociale e culturale in cui cresce. In quest’ottica non è più auspicabile considerare la persona umana se non come una entità complessa in cui la dimensione corporea, psichica, sociale e antropo-culturale sono inseparabili. Come è possibile dunque in psicoterapia rapportarsi a un individuo che presenta un disagio tenendo presente che esso è inserito in questa complessa rete di relazioni? La psicoterapia a indirizzo ecobiopsicologico viene praticata e insegnata con il seguente obiettivo: mettere i terapeuti in condizione di comprendere e fornire risposte adeguate al disagio psichico, psicosomatico e relazionale che viene portato dai pazienti “di oggi”. La formazione addestra al trattamento delle forme di sofferenza psichica considerate tradizionali, come nevrosi, disturbi di personalità e dello spettro ansioso e depressivo, situazioni post-traumatiche, ma anche all’incontro con pazienti che esprimono il loro disagio in forme meno evidentemente “psicologiche”, e in particolare attraverso il corpo. In quest’ottica la teoria e la pratica della psicoterapia ecobiopsicologica guardano alla persona umana come a una entità complessa in cui la dimensione corporea, psichica, sociale e antropo-culturale sono inseparabili. Per tale motivo, è necessaria una nuova concezione dell'apparato psichico che concepisca la psiche stessa come profondamente e inestricabilmente legata alla dimensione corporea. Più precisamente, l'uomo (sia nell'esperienza della salute che in quella della malattia) va visto come una unità complessa e articolata formata dalle dimensioni psichica, somatica, relazionale e sociale, nonché dalla sua storia che non è solo personale e familiare, ma anche ontogenetica e filogenetica. L’uomo che vogliamo curare è un soggetto che vive in una rete sociale, ma anche in un ecosistema, che influisce sulla sua salute e sulla sua malattia.
 
Concretamente, lo psicoterapeuta formato in Ecobiopsicologia riceve, durante il percorso di training, una preparazione che lo rende in grado di collaborare in modo costruttivo con altre figure sanitarie – in particolare con i medici – e di operare in un’ottica integrata e di rete, sia nel contesto della libera professione che all’interno di strutture sanitarie di diversa natura.  Nell’ambito della Scuola i terapeuti in formazione sono accompagnati a riconoscere come l’esperienza della “malattia” si dispieghi su tre piani: il primo è quello della sofferenza, cioè il dolore psichico e fisico che il paziente porta, e che il terapeuta ha il compito etico di comprendere. Il secondo è dato dalla dis-informazione nel rapporto mente-corpo, ed è proprio questo squilibrio che la persona malata affida al terapeuta o al medico, nella necessità di essere aiutata a ritrovare un senso di integrità. Infine il terzo è rappresentato dalla possibilità per il terapeuta, attraverso uno sguardo sulla complessità del paziente, di entrare in contatto con l’esperienza profonda della soggettività dello stesso, fino a sostenere il processo della sua individuazione.  Per giungere a tale comprensione la psicoterapia ecobiopsicologica integra nel suo metodo la tradizione psicoanalitica, post-freudiana e junghiana, che si accosta alla sofferenza e alla cura prestando attenzione all’esistenza di una dimensione profonda, di un inconscio da cui può scaturire la patologia ma anche la prospettiva di un processo di guarigione e di evoluzione personale. Integra inoltre ciò che sull’uomo e sulle sue relazioni deriva dagli studi delle neuroscienze, della teoria dell’attaccamento e del trauma, nonché delle riflessioni antropologiche sull’importanza dell’influsso archetipico Ciò implica un continuo addestramento a vedere l’uomo sofferente da più punti di vista, evitando il riduzionismo biologico, psicologico e sociale a favore di una concezione olistica, ovvero “complessa”.
La pratica psicoterapica ecobiopsicologica che ne scaturisce mira ad accogliere, capire, curare il paziente in una prospettiva di totalità, argomento che soltanto la prospettiva analogica e simbolica consente.
A partire da tali presupposti teorici vengono forniti dalla Scuola di psicoterapia degli strumenti diagnostici, interpretativi e terapeutici che permettono all’allievo di “leggere” il conflitto psichico (e le sue possibili soluzioni), il disagio relazionale nella sua espressività sintomatologica e le malattie corporee come dis-informazioni del contesto archetipico in relazione al complesso dell’Io. In particolare nel trattamento di quella patologia che viene definita in senso ampio psicosomatica, la metodologia della Scuola fornisce un’ottica di lettura analogico-simbolica, che consente di comprendere il disagio condensato nella patologia fisica, dando parola alle memorie nel corpo che si è incaricato di esprimere per la mente emozioni, traumi ed immagini inesprimibili o inaccettabile. Nello specifico l’allievo potrà acquisire i concetti di analogia vitale e di funzione che rappresentano il “linguaggio” che la Vita utilizza nel suo incarnarsi nelle forme viventi fino all’uomo, guida essenziale nella lettura simbolica dello psicosoma umano.
I libri di riferimento per conoscere e approfondire il metodo sono: D. Frigoli, Fondamenti di psicoterapia ecobiopsicologica, Armando Editore; D. Frigoli, La fisica dell’anima, Paolo Emilio Persiani Editore; P.M. Biava, D. Frigoli, E. Laszlo, Dal segno al simbolo. Il Manifesto del Nuovo Paradigma in Medicina, Persiani Editore; D. Frigoli, Il linguaggio dell’anima. Fondamenti di ecobiopsicologia, Magi Edizioni; D. Frigoli, Il Telaio incantato della creazione. Dalla particella elementare all’alchimia dell’anima, Mimesis. 
All’allievo verrà quindi proposta la possibilità di acquisire – attraverso la competenza teorica, la presentazione di materiale clinico e la pratica della supervisione – una metodologia per interpretare simbolicamente il “materiale” portato dal paziente, sia attraverso il linguaggio verbale che attraverso il linguaggio somatico, comprendendo in quest’ultima area anche il significato psicologico ed esistenziale delle malattie di competenza medica. Una tale visione complessa permetterà altresì di mettere a fuoco i tratti fondamentali del “progetto” del Sé archetipico del paziente.


Che cosa comporta concretamente per gli psicoterapeuti l’apprendimento del metodo ecobiopsicologico?
– Una migliore capacità da parte dello psicoterapeuta di integrare il disagio del paziente, espresso in termini psichici o somatici, in un criterio unitario di lettura psicodinamica;
– Un aumento della richiesta di trattamento psicologico o clinico da parte dei pazienti che, sentendo accolta la propria domanda secondo un criterio unitario, si possono avvicinare all’approccio ecobiopsicologico in modo mirato;
– Una maggiore efficacia da parte del terapeuta nel far fronte alle sofferenze espresse dal paziente, grazie alla capacità di cogliere e comprendere le immagini psichiche e corporee (e i loro più profondi significati) rappresentative dei temi esistenziali e dei traumi che caratterizzano la vita dello stesso;
– Per lo psicologo, il costante rapporto di riflessione con le dinamiche corporee va a completare il suo corso di formazione universitaria espresso prevalentemente negli aspetti teorici dei modelli psichici. Per il medico, l’apertura costante ai modelli psicodinamici opera la necessaria liaison rispetto ad un insegnamento universitario prevalentemente ancorato a una concezione anatomo-fisiologica dell’uomo.
OrientamentoPsicodinamico psicosomatico
DirettoreDiego Frigoli (presidente) - Giorgio Cavallari (dir. scientifico)
Anno di riconoscimento MIUR2002 (cod. 140)
Affiliazione a Società ScientificheFISM (Federazione Italiana Medicine Scientifiche) - AMEC (Associazione Medicina e Complessità) - AOP (Associazione Olistica Pavese Italiana)
IndirizzoVia Vittadini, 3 - 20136 Milano
Sito webwww.aneb.it
Telefono02.45440080
Fax02.36519171
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