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Torna all'elenco16/01/2017
Psicologi nei servizi sociali: restituire dignità a un ruolo di frontiera
Sono un tassello costitutivo del sistema di welfare che tutela e garantisce i diritti sociali fondamentali dei cittadini: i servizi sociali rappresentano il punto di riferimento immediato e quotidiano per migliaia di persone che, sul territorio, si trovano in condizione di difficoltà e necessitano di protezione, supporto, ascolto.
Avamposto dello Stato dentro la società, queste strutture vivono delle competenze di assistenti sociali, psicologi e altri operatori specializzati, che interpretano il difficile ruolo di chi deve assistere soggetti fragili tra sentimenti feriti e scelte spesso difficili. Sono centinaia gli psicologi che, all’interno dei servizi sociali, mettono a disposizione la propria professionalità, per la gestione della forte emotività connessa a situazioni che impattano fortemente sulla famiglia, ma anche sulla pubblica opinione e sui media.
Proprio sul piano dell’informazione e della comunicazione si è sedimentato il profilo di incomprensione e impopolarità, che in moltissimi casi viene attribuito agli operatori dei servizi sociali. Pensiamo al reportage del 2014 della trasmissione di intrattenimento Le Iene che già nel titolo – ‘Quando gli assistenti sociali ti tolgono i bambini’ – esprimeva un giudizio di valore pesantemente negativo rispetto al ruolo dei servizi sociali nell’allontanamento dei figli ad una madre single. La vicenda giudiziaria è ancora in corso, ma il primo grado della causa civile si è recentemente espresso condannando la trasmissione al risarcimento di 20.000 euro per aver presentato informazioni parziali e diffamatorie della reputazione degli assistenti sociali.
È questo uno dei tanti casi esemplificativi del clima di opinione che investe in maniera ingiustificata coloro che, in prima linea, intervengono nei momenti di più grave difficoltà delle vite delle persone. Quando la famiglia entra in crisi o quando il vissuto degli individui inciampa nel problema delle dipendenze, della violenza, della depressione o della povertà.
Si tratta di un torto che crediamo debba essere sanato. Come Ordine degli Psicologi della Lombardia, lo facciamo ogni giorno, ricordando agli operatori dell’informazione, alle istituzioni, alle associazioni e all’insieme dei cittadini l’importanza delle strutture assistenziali e degli psicologi in particolare. La passione e la competenza con cui la nostra comunità professionale opera nel comparto pubblico sono connaturate all’idea che abbiamo del nostro mestiere. La serietà con cui lavoriamo non dipende dagli articoli di giornale o dalle opinioni dei commentatori TV. Pensiamo, però, che la verità sia un valore non negoziabile e che il lavoro debba essere riconosciuto, soprattutto quando il piano di intervento è quello dei sentimenti, della serenità dei bambini e della stabilità sociale ed emotiva della società nel suo insieme.
Avamposto dello Stato dentro la società, queste strutture vivono delle competenze di assistenti sociali, psicologi e altri operatori specializzati, che interpretano il difficile ruolo di chi deve assistere soggetti fragili tra sentimenti feriti e scelte spesso difficili. Sono centinaia gli psicologi che, all’interno dei servizi sociali, mettono a disposizione la propria professionalità, per la gestione della forte emotività connessa a situazioni che impattano fortemente sulla famiglia, ma anche sulla pubblica opinione e sui media.
Proprio sul piano dell’informazione e della comunicazione si è sedimentato il profilo di incomprensione e impopolarità, che in moltissimi casi viene attribuito agli operatori dei servizi sociali. Pensiamo al reportage del 2014 della trasmissione di intrattenimento Le Iene che già nel titolo – ‘Quando gli assistenti sociali ti tolgono i bambini’ – esprimeva un giudizio di valore pesantemente negativo rispetto al ruolo dei servizi sociali nell’allontanamento dei figli ad una madre single. La vicenda giudiziaria è ancora in corso, ma il primo grado della causa civile si è recentemente espresso condannando la trasmissione al risarcimento di 20.000 euro per aver presentato informazioni parziali e diffamatorie della reputazione degli assistenti sociali.
È questo uno dei tanti casi esemplificativi del clima di opinione che investe in maniera ingiustificata coloro che, in prima linea, intervengono nei momenti di più grave difficoltà delle vite delle persone. Quando la famiglia entra in crisi o quando il vissuto degli individui inciampa nel problema delle dipendenze, della violenza, della depressione o della povertà.
Si tratta di un torto che crediamo debba essere sanato. Come Ordine degli Psicologi della Lombardia, lo facciamo ogni giorno, ricordando agli operatori dell’informazione, alle istituzioni, alle associazioni e all’insieme dei cittadini l’importanza delle strutture assistenziali e degli psicologi in particolare. La passione e la competenza con cui la nostra comunità professionale opera nel comparto pubblico sono connaturate all’idea che abbiamo del nostro mestiere. La serietà con cui lavoriamo non dipende dagli articoli di giornale o dalle opinioni dei commentatori TV. Pensiamo, però, che la verità sia un valore non negoziabile e che il lavoro debba essere riconosciuto, soprattutto quando il piano di intervento è quello dei sentimenti, della serenità dei bambini e della stabilità sociale ed emotiva della società nel suo insieme.
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