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Torna all'elenco18/02/2019
Adriano Ossicini

La storia del dottor Adriano Ossicini, che ci lascia all’età di 98 anni (20 giugno 1920), si intreccia in più occasioni con la Storia dell’Italia e con la Storia profonda della nostra professione psicologica.
La Psicologia in Italia, la Legge n. 56/1989
La passione di Ossicini per la nostra professione ha una radice antica e risale al periodo in cui l’Italia era un paese molto arretrato sul piano della riflessione culturale in medicina. Laureato in medicina alla fine del 1944, Ossicini era stato ammesso come assistente volontario all'ospedale Fatebenefratelli. In quegli anni frequentò il corso di specializzazione in psichiatria e quello in malattie nervose e mentali per poi diventare docente di psicologia presso l'Università La Sapienza di Roma. Qui si rese conto che l’impostazione dominante nella medicina italiana del tempo rappresentava un terribile limite soprattutto per lo sviluppo delle scienze psicologiche e psicoterapeutiche. A partire da queste considerazioni si fece promotore di un graduale distacco della psicologia dalla medicina e gettò le basi di un vero e proprio movimento culturale e parlamentare basato sulla de-medicalizzazione della salute mentale. Dal suo pensiero originò l’idea che quella dello psicologo dovesse essere una professione a sé, basata su un corpus di conoscenze scientifiche autonomo, che necessitava di un suo Ordine e di un suo Albo, ben distinti e paralleli a quelli medici.
La sua battaglia culturale e parlamentare per affermare tale principio durò a lungo: ci vollero ben sei legislature per arrivare alla definitiva stesura ed approvazione di una legge di cui oggi, dopo trent’anni, festeggiamo i risultati e le conquiste, la Legge n. 56/1989.
Partigiano e Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana
Adriano Ossicini è stato insignito della medaglia d’argento al valor militare come “…bello esempio di valoroso combattente e di capace organizzatore” (Roma, 8 settembre 1943-4 giugno 1944).
Antifascista e membro della Resistenza, insieme ai suoi colleghi scrisse false cartelle cliniche inventando la “contagiosissima” malattia cosiddetta morbo di K per salvare decine di ebrei romani dalle persecuzioni nazifasciste e dai campi di sterminio. Oggi, anche grazie a tali gesti, l'ospedale Fatebenefratelli all’Isola Tiberina a Roma ha ricevuto il titolo “Casa di Vita” dalla Fondazione internazionale Raoul Wallenberg, con il patrocinio comunità ebraica di Roma e la Fondazione museo della Shoah.
L’attivismo costò a Ossicini la prigione e le violenze dei nazisti e dei fascisti e per questo nel 2009 fu insignito dell’onorificenza di Cavaliere di gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica italiana.
Un insegnamento da ricordare
Accanto al rigore scientifico, grande pilastro ideale di molte sue battaglie e valore fondamentale da lui instillato nell’operato della nostra comunità professionale, la sua storia lascia a noi e a tutta la società un grande insegnamento: la psicologia è una disciplina scientifica autonoma fondamentale e quella dello psicologo è una professione unica che, accanto a quella medica, concorre prioritariamente e paritariamente ad essa, alla tutela generale del diritto alla salute.
La complessità dell’essere umano, in tutte le sue dimensioni organiche, psichiche e sociali, non deve, non può e non dovrà essere vittima di una cultura medica riduzionista. La psicologia è la chiave, da un punto di vista scientifico e professionale, per l’estensione della sanità, come diritto e come servizio, alla macro dimensione della salute come interesse collettivo e come obiettivo di realizzazione condivisa di uno stato generale di benessere bio-psico-sociale.
Ad Adriano Ossicini andrà, per sempre, la nostra gratitudine.
Il Presidente
Riccardo Bettiga
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