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14/10/2024
Marketing e Professione
immagine articolo Marketing e Professione Gentile Collega,
come sicuramente saprai stiamo assistendo in questi giorni al dibattito intorno alle scelte di marketing di una delle ultime campagne pubblicitarie dell’azienda Unobravo, in cui si prevedeva un concorso a premi per ottenere sedute di psicoterapia. Più nello specifico tale campagna pubblicitaria è strutturata di concerto con l’azienda Manetti-Roberts & C. per il prodotto commerciale “Chilly” e risale ormai al primo di agosto del 2024.

Esistono delle norme che regolano le pubblicità in ambito sanitario e come ha ricordato anche il comunicato del CNOP  “il messaggio pubblicitario non deve contenere elementi tali da condurre l’utenza a trattamenti sanitari impropri attraverso suggestioni attrattive. Questo in quanto i servizi sanitari sono finalizzati alla cura ed alla prevenzione e non sono semplici servizi alla persona.”
Nonostante la chiarezza delle normative vigenti, queste si rivelano spesso insufficienti nel guidare concretamente le iniziative commerciali. Ciò genera alcune criticità a livello deontologico che possono essere ricomprese dalle indicazioni espresse negli articoli del codice, specificamente l’art. 2, 3, 38, 39, 40. Vi invitiamo a consultare la nuova versione del codice deontologico al presente link.

Quali sono le azioni possibili da parte dell’istituzione ordinistica?
Le possibilità d’intervento previste sono due:
  1. l’attivazione della Commissione deontologica competente territorialmente: infatti la responsabilità di esercitare la funzione disciplinare è sempre in capo all’Ordine presso cui è iscritta o iscritto la/il professionista a cui viene mossa la contestazione. Ciò anche qualora gli effetti della presunta violazione coinvolgono un territorio differente o più ampio, rispetto a quello di competenza.
  2. la segnalazione della campagna pubblicitaria  all' ”Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni” per l'eventuale adozione dei provvedimenti sanzionatori di competenza, un’azione che è attualmente allo studio della Commissione Deontologica dell’Ordine nazionale (vedi newsletter del CNOP del 10 ottobre).

Cosa abbiamo fatto?
In conformità con quanto previsto dalla legge, dopo aver ricevuto le segnalazioni da parte delle colleghe e dei colleghi, la Commissione Tutela dell'Ordine degli Psicologi della Lombardia (OPL) ha esaminato il caso. Successivamente, ha deciso di inoltrarlo alla Commissione Deontologica dell'Ordine competente per una valutazione.

Alcune considerazioni
La questione della campagna di comunicazione in esame non è completamente assimilabile al tema del lavoro sulle piattaforme digitali. Gli ordini professionali, inoltre, non dispongono di strumenti di censura diretti, né sarebbe opportuno ridurre il loro ruolo a semplici organismi di controllo. Al contrario, la loro funzione principale e più preziosa consiste nel promuovere la formazione su modelli di comunicazione online che siano fondati su principi deontologici e attenti alla qualità dei contenuti professionali. È essenziale che questi ultimi rimangano il fulcro delle strategie comunicative, preservando il valore e la dignità della professione anche in un contesto digitale in continua evoluzione.

Vi segnaliamo che è attivo dal 29/03/2024 fino al 31/12/2024 il corso ECM gratuito intitolato “Pratiche digitali e side-effect: la professione nell'era digitale” e a breve sarà disponibile un altro corso ECM sul nuovo codice deontologico dal titolo: "Affrontare le nuove sfide della professione alla luce dei cambiamenti del Codice Deontologico".

E’, inoltre, importante fare una chiara distinzione tra le scelte comunicative adottate dall'azienda e il lavoro dei professionisti che vi operano. Questi ultimi, infatti, non sono in alcun modo responsabili delle decisioni strategiche o dei messaggi veicolati dall'azienda. È fondamentale occuparsi e tutelare i tanti colleghe e colleghi che operano sulle piattaforme rimanendo una comunità professionale unita.

Infine, crediamo che questa vicenda debba riguardare tutta la categoria professionale e non solo alcune sue parti. Non è quindi il tempo di dividersi o adottare iniziative con una logica di gruppo, ma tutelare uniti la comunità e i destinatari delle nostre prestazioni.
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