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01/06/2017
Il Presidente risponde: la post-verità contagia anche noi
immagine articolo Il Presidente risponde: la post-verità contagia anche noi Egr. Presidente Riccardo Bettiga,
sono un giovane collega che apprezza il lavoro che state facendo per tutti noi e sono tra i frequentatori abituali della Casa della Psicologia, che ho imparato ad apprezzare per la varietà e la qualità delle iniziative di formazione, informazione e incontro. Mi è stato però fatto notare che sempre più spesso circolano in rete articoli che aprono uno spaccato piuttosto inquietante sul lavoro di OPL: presunte opacità, incompetenze e inefficienze che, se fondate, sarebbero del tutto inaccettabili. Poiché il mio riscontro è sempre stato differente, come stanno realmente le cose? Che succede dentro l'Ordine? Verità o cattiva politica?
Grazie

Gentile Presidente, 
nei giorni scorsi, ho letto alcuni articoli online che pubblicavano critiche molto forti del Vostro lavoro, per altro a firma anche di alcuni consiglieri OPL. Negli articoli vengono fatte una serie di considerazioni sull’operato dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia. Credo che la serietà delle obiezioni – che spaziano dalla deontologia, alla scelta dei collaboratori e all’opportunità di sostenere nel lavoro dell’Ordine progetti importanti come la Psicologia Sostenibile – meritino dei chiarimenti da parte sua.
Cordiali saluti
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Il Presidente risponde
LA POST-VERITÀ CONTAGIA ANCHE NOI

Colgo l’occasione di queste segnalazioni, fra le tante simili ricevute, per rispondere pubblicamente su una spiacevole piega che riguarda oggi direttamente e indirettamente tutti i colleghi iscritti al nostro Ordine e non solo.

Le campagne elettorali, si sa, tirano fuori il peggio dalle parti in lizza: il fioretto lascia il posto alla spada, i colpi bassi non si risparmiano e la strumentalizzazione diventa il paradigma a cui ogni comunicazione si adegua. Se il clima del confronto è avvelenato, non stupisce che aggressioni, fake news e quelle che definiamo oggi post-verità siano la regola a cui l’informazione si piega, in barba al diritto di tutti di formarsi un’opinione consapevole e fondata sulla realtà dei fatti. Quel che conta è sparare a zero sull’avversario e guadagnare visibilità sui media e sui social-network. A tutti i costi.

È quanto accaduto anche attorno all’Ordine degli Psicologi della Lombardia, e che, purtroppo, sembra continuare oggi anche oltre le recenti querelle elettorali. A farne le spese, con tutta evidenza, sono gli iscritti, per il danno di immagine inferto alla categoria, perché direttamente coinvolti e perché, in generale, costretti sempre più spesso ad assistere a un teatrino sterile e davvero poco edificante dentro e fuori le nostre istituzioni.

Dentro una professione che per mandato etico dovrebbe essere chiamata a non semplificare mai i propri atti professionali, una professione che, come già dissi tempo fa, avrebbe gli strumenti deontologici e professionali per mostrare un modo di “fare politica” differente, ecco che i dibattiti pubblici scivolano spesso in un eccesso di semplificazione, in chiave strumentale, di quello che potrebbe essere semplicemente un legittimo scambio di vedute, un conflitto leale, un confronto costruttivo. Tale manipolazione delle informazioni si è spostata, oggi, anche su temi di natura squisitamente disciplinare, mediaticamente scottanti e sui quali è già difficilissimo argomentare da una posizione sobria, istituzionale ed equilibrata (vedi ad esempio recentemente l’abuso minorile e l’omosessualità). Stesso meccanismo, stessa operazione e una risposta ordinistica, per altro difficile da far comprendere ai colleghi e all’esterno della comunità professionale, necessariamente centrata su un doveroso appello al segreto d’ufficio e alla correttezza istituzionale.

Ma non era e non è una modalità circoscritta all’ambito disciplinare, è un modus di comunicare (e purtroppo di fare “politica professionale”) a slogan che, semplificando la realtà, genera confusione e discredito anche sul lavoro generale dell’Ordine e di molti psicologi.

Cui prodest?

Non risponderò a questa domanda volutamente di provocazione, ma a partire dalle segnalazioni ricevute, e avendo avuto modo a mia volta di leggere in rete alcune ricostruzioni fantasiose sulla realtà amministrativa, politica e progettuale del nostro Ordine, credo sia opportuno, nuovamente, intervenire in modo chiaro e deciso.

Sopra tutto vorrei rifiutare qualsiasi illazione relativa a presunte scorrettezze o mancanza di trasparenza. OPL è fra gli Ordini in Italia che per primo e più di tutti ha investito su trasparenza e chiarezza amministrativa, tutto è disponibile a tutti e sempre chiaramente divulgato. Vorrei inoltre confermare la fiducia pubblica nei colleghi del Comitato Scientifico della Casa della Psicologia, nei collaboratori che a diverso titolo, spesso gratuito, partecipano ai nostri eventi e alle nostre iniziative e nei consiglieri che rappresentano la nostra categoria all’Ordine e nelle Istituzioni.

Basta illazioni su raccomandazioni o fantomatiche cerchie, basta strumentalizzazioni ideologiche dell’azione ordinistica, OPL è un’amministrazione molto “sana” e un modello per la nostra categoria. Che si torni ad essere colleghi anche nelle critiche.

Da ormai qualche anno abbiamo scelto di abbracciare un approccio più partecipato, scientifico, meno artigianale e non ottusamente corporativo. L’abbiamo fatto attraverso un approccio alla deontologia serio e non ideologico, attraverso un solido senso istituzionale e soprattutto attraverso progetti di successo. Proprio questi temi, guarda caso, oggetto degli strali di alcuni. Lo dico con l’amarezza e la delusione che nascono da un’idea di politica professionale sinceramente diversa: democratica, costruttiva, aperta e collaborativa. Mai distruttiva. Dentro il Consiglio abbiamo sempre aperto le porte a chiunque volesse collaborare, checché se ne dica, atti e verbali dimostrano come le scelte di opposizione ideologica e di rifiuto a prescindere, sono state il frutto di scelte politiche, null’altro.

Abbiamo difeso il nostro posizionamento come Psicologi nel sistema Socio-Sanitario creando opportunità di lavoro e di riconoscimento, abbiamo erogato ed eroghiamo crediti ECM gratuiti e coerenti alla nostra professionalità, abbiamo costruito reti e alleanze istituzionali con Ordini, Comuni, Associazioni e Enti di ogni tipo, valorizzato strumenti e profili nelle diverse aree di intervento della psicologia, riprogettato una Psicologia Sostenibile realizzabile nei fatti, supportato una formazione di qualità e una tutela della professione vera e capace di farci conoscere e riconoscere e, infine, siamo più che mai vicini ai problemi concreti e quotidiani dei colleghi, giorno per giorno.

Sul merito e sui contenuti dei progetti e delle azioni criticate ritengo comunque fuorviante una risposta simmetrica in questo contesto e lascio ogni valutazione alla rendicontazione dei risultati, che anche quest’anno, sono certo, raggiungeremo punto su punto.
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