Fatma Bucak
Iskenderun,Turchia, 2018
Di origine Curda, ha sofferto le persecuzioni che lo stato riserva a questa etnia, compresa la carcerazione del padre e la distruzione del suo villaggio, fatti che hanno segnato la sua vita e arte.
Dopo aver studiato filosofia presso l’università di Istanbul, si stabilisce a Torino, dove, presso l’Accademia di Belle Arti, studia storia dell’arte e incisione, perseguendo successivamente un master in fotografia al Royal College di Londra.
Bucak ha esposto in varie istituzioni pubbliche e private nel mondo come Il Castello di Rivoli, il Pori Art Museum in Finlandia, la Biennale di Venezia, il Jewish Museum di New York, l’ICA di Londra, l’International Festival of Non-fiction Film, il MoMA di New York e la Fondazione Fotografia di Modena.
Il suo lavoro è multidisciplinare, in quanto utilizza mezzi espressivi che vanno dalla fotografia al video, alla performance, alla scultura, evocando anche la pittura. Con grande padronanza di tali mezzi e tecniche, realizza opere dense di storia, mitografia, filosofia ed esistenza a testimonianza di una identità minacciata e da rinegoziare.
I lavori qui esposti fanno parte della serie Allegorie della colpevolezza presente, 2009. Si tratta di opere fotografiche che l’artista ha realizzato dentro il carcere minorile di Torino.
Dopo aver studiato filosofia presso l’università di Istanbul, si stabilisce a Torino, dove, presso l’Accademia di Belle Arti, studia storia dell’arte e incisione, perseguendo successivamente un master in fotografia al Royal College di Londra.
Bucak ha esposto in varie istituzioni pubbliche e private nel mondo come Il Castello di Rivoli, il Pori Art Museum in Finlandia, la Biennale di Venezia, il Jewish Museum di New York, l’ICA di Londra, l’International Festival of Non-fiction Film, il MoMA di New York e la Fondazione Fotografia di Modena.
Il suo lavoro è multidisciplinare, in quanto utilizza mezzi espressivi che vanno dalla fotografia al video, alla performance, alla scultura, evocando anche la pittura. Con grande padronanza di tali mezzi e tecniche, realizza opere dense di storia, mitografia, filosofia ed esistenza a testimonianza di una identità minacciata e da rinegoziare.
I lavori qui esposti fanno parte della serie Allegorie della colpevolezza presente, 2009. Si tratta di opere fotografiche che l’artista ha realizzato dentro il carcere minorile di Torino.
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